Si è appena conclusa la due giorni di dibattiti sull'Università "Precari/e? Inflessibili, Invalutabili!" promossa da Ateneinrivolta.org. Negli incontri tenutisi abbiamo affrontato i temi centrali dell'Università contemporanea, figlia di anni di controriforme e tagli.
Merito, valutazione e produttività sono i pilastri di questa Università che espelle, chiude le porte, differenzia ed addestra alla precarietà. Le esigenze di un mondo del lavoro sempre più precario e privo di diritti, il cui unico scopo è la massimizzazione dei profitti, diventano le esigenze dell'Università stessa. Il Sapere è sempre più svuotato della sua componente critica, ridotto ad un insieme di conoscenze e nozioni sterili da apprendere nel minor tempo possibile, funzionali all'immissione in un mercato del lavoro in cui si è sempre più individui, sempre più soli, sempre più flessibili. In questo senso, è prioritario costruire momenti di riflessione rispetto alla possibilità di un Sapere che sia altro, sociale, libero, al servizio delle lotte. L'asservimento dell'Università alle esigenze del mondo del lavoro si concretizza in maniera esemplare nel dispositivo degli stages e dei tirocini, periodi di lavoro assolutamente gratuito e che, nella maggior parte dei casi, non apportano alcun contributo in termini di formazione agli studenti ed alle studentesse. Un dispositivo che ha la funzione di addestrare i futuri precari ai ritmi ed alle vessazioni del lavoro flessibile, just in time, oltre che di ridurre enormemente i costi per i privati che, attraverso gli stages sono esonerati dal pagamento di un salario per il lavoro svolto. A questo si aggiunge il progressivo abbattimento delle forme di welfare per giovani e studenti, il taglio dei finanziamenti, da cui deriva la continua imposizione di numeri chiusi ed altri dispositivi di esclusione progressiva e differenziata dalla formazione. Questa situazione materiale, unita alla continua retorica meritocratica, sbandierata da ministri, rettori, docenti, ha la precisa funzione di disciplinare lo studente, rendendolo una semplice unità, allo stesso tempo utente dei "servizi dell'Universitá" e produttore di se stesso in quanto futuro precario. Alla solitudine competitiva imposta da queste logiche, bisogna contrapporre pratiche alternative, tese da un lato a liberare tempi di vita, a rispondere alle mancanze di un sistema ormai in crisi, e dall'altro di ricomporre un tessuto solidale tra gli studenti e le studentesse, propedeutico al darsi di percorsi conflittuali, costruiti tramite partecipazione ed autorganizzazione. Diventa quindi un 'esigenza la messa in campo di percorsi di mutuo soccorso nelle facoltà e fuori da esse, che siano in grado di andare oltre l'assistenzialismo e di rendersi immediatamente politici.
La negazione dei diritti, i tagli allo stato sociale, l'egemonia dei Mercati, non riguardano solo l'Università, ma un' intera società, sempre più frammentata, in crisi, sempre meno in grado di incidere sulle decisioni d'interesse generale, in una fase storica in cui le banche,la Troika, i governi nazionali restringono gli spazi di democrazia e partecipazione. In Europa e nel mondo, si danno sempre più spesso mobilitazioni di massa, dal basso, contro tutto quel che ci viene imposto. L'esigenza, anche in Italia, è quella di un movimento largo, autorganizzato, partecipato, nella consapevolezza che è impossibile risolvere un problema specifico della società senza allo stesso tempo incidere sulle sue contraddizioni complessive. È esattamente questo che manca nel nostro paese, nonostante i pur generosi tentativi susseguitisi nell'ultimo periodo. In quest'ottica, noi studenti usciamo dalle mura degli Atenei, con il nostro carico di specificità per entrare in connessione con tutti quei settori della società che condividono l'esigenza di un rovesciamento dello status quo. Per questo riteniamo importante la mobilitazione nazionale ed europea del 17 Maggio, che ad una settimana dalle elezioni europee porterà al centro di un dibattito pubblico ormai sterile, le esigenze e le rivendicazioni di chi vive la crisi sulla propria pelle, giorno dopo giorno.
Ancora una volta, il nostro tempo è qui, e comincia adesso!