In questi mesi
abbiamo assistito ad un crescendo di delirio mediatico sulla
questione migranti: ondate, invasioni, emergenze, stragi nel
Mediterraneo. Questi ritornelli in televisione e sui giornali ci hanno accompagnato
durante tutta l'estate.
Abbiamo quindi
deciso di recarci personalmente a Ventimiglia con un convoglio di
aiuti raccolti insieme all'Ass.
Anelli Mancanti e
AUCS, iniziativa
premiata dalla generosità di tantissimi studenti, studentesse ed
abitanti di Firenze che ci hanno permesso di raccogliere centinaia di
abiti, decine di scarpe, coperte, materiale per l'igiene personale,
cellulari e tende.
Oggi però da
Ventimiglia viene lanciato un secondo appello, in risposta alla
violenta repressione di questi giorni. Per questo abbiamo deciso di
aderire e partecipare alla manifestazione di Domenica 4 Ottobre per
la libertà di movimento, di seguito l'appello dei
NO BORDERS:
CHIAMATA NO BORDERS
ALLA LOTTA INTERNAZIONALE PER LA LIBERTÀ DI
MOVIMENTO – domenica 4
ottobre manifestazione a Ventimiglia
All’alba di
Mercoledì 30 Settembre due ruspe e tre camion hanno distrutto in sei
ore un luogo di solidarietà costruito in oltre tre mesi grazie al
supporto dei migranti in viaggio e dei solidali di tutta Europa.
Hanno pensato che oltre alle tende, alla cucina, alle docce,
avrebbero demolito anche il cuore della lotta No Borders. Si
sbagliano: il Presidio ha mostrato di valicare ogni barriera fisica e
materiale contrapponendo alle barriere la costruzione comune di un
territorio di solidarietà, relazioni e lotta internazionale per la
liberà di movimento per tutte/i e contro ogni confine.
Quello che abbiamo
visto accadere in questi mesi a Ventimiglia, avviene anche altrove:
Choucha, Lampedusa, Calais, Parigi, per citarne solo alcuni. Sono
altri luoghi di resistenza, posti di frontiera interni ed esterni
della “Fortezza Europa”. Spazi di transito dove alla violenza del
viaggio, dei maltrattamenti subiti dalla polizia e dai trafficanti,
si unisce la violenza del confine materiale, una linea immaginaria
militarizzata senza pudore. La violenza di un limbo in cui i migranti
diventano pedine da ripartire tra vari stati in un gioco di ambiguità
legislative. Vediamo un’Europa che professa libertà di movimento
mentre Schenghen si riduce ad ennesimo dispositivo che rafforza le
gerarchie tra chi è cittadino e chi non lo è e per questo rimane
intrappolato nelle disposizioni di Dublino III, che vincola la
domanda d’asilo al primo paese di arrivo.
Sappiamo bene che il
controllo non è l’unica strategia messa in campo nella gestione
della migrazione: quel che denunciamo, oltre alla chiusura dei
confini, è il drenaggio classista e razziale dei flussi, attraverso
cui gli stati cercano di accaparrarsi la manodopera più qualificata,
talvolta creando un vero e proprio “business dell’accoglienza”
in cui i rifugiati diventano possibilità di profitto per le
cooperative, talvolta attraverso lo sfruttamento redditizio
dell’illegalità, sistematicamente infine nello sfruttamento sul
lavoro.
Meno di un mese fa
scrivevano che a Ventimiglia non c’erano più migranti, e in poco
tempo il nostro campo ospitava 220 migranti in transito. Oggi viene
scritto che la giornata del 30 settembre, iniziata con uno sgombero e
finita con la spartizione degli ottanta presidianti tra
commissariato, carabinieri e Croce Rossa, “è stata una giornata di
soluzioni”.
Il confine resta
però chiuso e i migranti che erano disposti a rischiare la propria
vita sugli scogli per rivendicare il diritto all’autodeterminazione,
sono ora per strada.
I solidali restano
con loro. Loro restano con i solidali. Resteremo uniti nella lotta
finché “le soluzioni” pensate non portino all’apertura del
confine: é questa la decisione che ha concluso la prima assemblea
del No Borders Camp in esilio.
Distruggere le
nostre cose, circondarci con centinaia di agenti e decine di
blindati, non è una risposta al problema dell’abominio
rappresentato dai respingimenti in frontiera.
I migranti
arriveranno ancora, e le stesse violazioni saranno perpetrate. Ci
hanno tolto casa ma non ci hanno fermato. Oggi siamo più forti, più
determinati e ancora più uniti.
Chiamiamo con un
appello internazionale chiunque sia convinto, assieme a noi, che la
storia della lotta contro i confini sia solo all’inizio e che oggi,
ancora più che ieri, sia il momento di gridare con tutte le nostre
voci:
WE ARE NOT GOING
BACK!
DOMENICA 4 OTTOBRE
2015 ORE 14:30 ALLA STAZIONE DI VENTIMIGLIA
MANIFESTAZIONE
INTERNAZIONALE
HURRYA!
Presidio permanente
No Borders Ventimiglia in exile